Automa a stati finiti quantistico

Un automa a stati finiti quantistico (QFA) è, in informatica quantistica e in informatica teorica, una generalizzazione degli automi a stati finiti che accettano una parola in base al risultato di una misura.

Gli automi a stati finiti quantistici sono simili agli automi probabilistici, ma la classe dei linguaggi riconosciuta dagli automi quantistici è strettamente contenuta nella classe dei linguaggi riconosciuti dagli automi probabilistici. Gli automi a stati finiti quantistici possono anche essere visti come una versione quantistica di subshift di tipo finito o come una variante quantistica delle catene di Markov. Gli automi quantistici finiti sono, a loro volta, dei casi particolari dei cosiddetti automi finiti geometrici o degli automi finiti topologici.

Un automa quantistico finito opera su parole finite w = a 1 a 2 a m {\displaystyle w=a_{1}a_{2}\cdots a_{m}} , le cui lettere a i {\displaystyle a_{i}} appartengono a un dato alfabeto Σ {\displaystyle \Sigma } . A ogni parola w {\displaystyle w} viene assegnata una probabilità; a seconda di questa probabilità, la parola viene accettata o rifiutata dall'automa. I linguaggi accettati dagli automi quantistici finiti non coincidono con i linguaggi regolari accettati dagli automi finiti, né con i linguaggi stocastici accettati dagli automi a stati finiti probabilistici.

Lo studio degli automi finiti quantistici si divide in due aree principali che dipendono dalle transizioni autorizzate alla macchina di Turing corrispondente: gli one-way quantum finite automata (1QFA)[1] per i quali ad ogni passo la testina di lettura si muove di una casella a destra e i two-way quantum finite automata (2QFA)[2], per i quale la testina si può muovere sia a destra che a sinistra o rimanere ferma.

Esistono diversi tipi di automi a stati finiti quantistici; il più restrittivo è quello detto measure-once e definito da Moore e Crutchfield nel 2000[3]; un altro è quello degli automi measure-many, definiti da Kondacs e Watrous nel 1997[2]. Nei measure-once, viene effettuata un'unica misura per ogni stringa d'ingresso dopo aver letto l'ultimo simbolo della parola, mentre per il measure-many, la misura viene effettuata dopo la lettura di ogni simbolo che compone l'input. Il measure-once è considerato il più vicino (anche per costruzione) alla teoria classica degli automi finiti. Altre definizioni più generali sono state proposte[4]. Uno degli obiettivi dello studio degli automi a stati finiti quantistici è lo studio dei linguaggi formali che accettano; un altro è quello di studiare i problemi di decidibilità per queste classi di automi e linguaggi.

Automa a stati finiti quantistico Measure-Once

Delle due definizioni più comuni di automa quantistico finito, quella di automi measure once (o MO-1QFA) data da Moore e Crutchfield è la più semplice e la più vicina agli automi probabilistici.

Definizione

Sia n {\displaystyle n} un numero intero positivo. Un automa quantistico nel senso di Moore e Crutchfield, chiamato in inglese measure once one-way quantum finite automata (MO-1QFA), su un alfabeto Σ {\displaystyle \Sigma } è definito[3] da:

  • un insieme finito di stati Q = { q 1 , , q n } {\displaystyle Q=\{q_{1},\ldots ,q_{n}\}} . Ad ogni stato q i {\displaystyle q_{i}} è associato un elemento | q i {\displaystyle |q_{i}\rangle } di uno spazio di Hilbert H n {\displaystyle H_{n}} di dimensione n {\displaystyle n} , generalmente C n {\displaystyle \mathbb {C} ^{n}} , affinché { | q 1 , , | q n } {\displaystyle \{|q_{1}\rangle ,\ldots ,|q_{n}\rangle \}} formi una base ortonormale di H n {\displaystyle H_{n}} . Si presume generalmente che q i {\displaystyle q_{i}} è il i {\displaystyle i} -esimo vettore unitario,
  • una matrice unitaria U a {\displaystyle U_{a}} di ordine n {\displaystyle n} per ogni lettera a {\displaystyle a} di Σ {\displaystyle \Sigma } . Questa matrice è la rappresentazione di un operatore unitario nella base scelta.
  • un vettore s {\displaystyle s} di ordine n {\displaystyle n} con norma s = 1 {\displaystyle \Vert s\Vert =1} è lo stato quantistico iniziale.
  • una matrice di proiezione ortogonale P {\displaystyle P} di ordine n {\displaystyle n} , corrispondente ad un proiettore ortogonale. Questa può essere talvolta sostituita da un insieme finito di stati terminali e la proiezione opera su di essi.

Le matrici e i vettori hanno coefficienti complessi.

Uno stato (quantistico) è un vettore | q {\displaystyle |q\rangle } che si decompone sulla base Q {\displaystyle Q} ed è scritto, nella notazione bra-ket o nella abituale notazione di Dirac in meccanica quantistica, come una combinazione lineare con coefficienti complessi:

| q = α 1 | q 1 + α 2 | q 2 α n | q n {\displaystyle |q\rangle =\alpha _{1}|q_{1}\rangle +\alpha _{2}|q_{2}\rangle \cdots \alpha _{n}|q_{n}\rangle } ,

con la condizione aggiuntiva:

| α 1 | 2 + + | α n | 2 = 1 {\displaystyle |\alpha _{1}|^{2}+\cdots +|\alpha _{n}|^{2}=1} .

Questa notazione indica che | q {\displaystyle |q\rangle } è la sovrapposizione degli stati | q i {\displaystyle |q_{i}\rangle } , il numero α i {\displaystyle \alpha _{i}} è l'ampiezza dello stato | q i {\displaystyle |q_{i}\rangle } . Ogni stato quantistico definisce quindi una "nube" di stati di Q {\displaystyle Q} : si trova simultaneamente in ciascuno degli stati, con l'ampiezza corrispondente. In particolare, lo stato quantistico iniziale s {\displaystyle s} è anche una combinazione lineare di stati | q i {\displaystyle |q_{i}\rangle } di norma 1.

Per una parola w = a 1 a 2 a m {\displaystyle w=a_{1}a_{2}\cdots a_{m}} , il vettore

U a n U a n 1 U a 1 s {\displaystyle U_{a_{n}}U_{a_{n-1}}\cdots U_{a_{1}}\,s}

è lo stato quantistico raggiunto dopo aver letto la parola w {\displaystyle w} ; poiché è rappresentato come un vettore colonna, le matrici si applicano nella direzione opposta. In studi più vicini alla teoria degli automi, si incontra la notazione duale, nella quale i vettori di stato sono vettori riga e la scrittura del prodotto delle matrici corrisponde quindi alla sequenza delle lettere lette.

La probabilità di osservare uno stato | q {\displaystyle |q\rangle } è il numero P | q {\displaystyle P|q\rangle } , dove P {\displaystyle P} è la matrice di proiezione data nella definizione precedente. Una variante della definizione consiste nel dare un insieme F {\displaystyle F} di stati terminali. La probabilità di osservazione di | q = α 1 | q 1 + α 2 | q 2 α n | q n {\displaystyle |q\rangle =\alpha _{1}|q_{1}\rangle +\alpha _{2}|q_{2}\rangle \cdots \alpha _{n}|q_{n}\rangle } diventa q F | α q | 2 {\textstyle \sum _{q\in F}|\alpha _{q}|^{2}} .

Se si scrive P = q F | q q | {\displaystyle P=\sum _{q\in F}|q\rangle \,\langle q|} , si vede che P {\displaystyle P} è una proiezione sugli stati terminali[5], per cui

P | q = q F α q | q {\displaystyle P|q\rangle =\sum _{q\in F}\alpha _{q}|q\rangle }

Ne viene che la probabilità di osservazione si scrive

q F | α q | 2 = P | q 2 {\displaystyle \sum _{q\in F}|\alpha _{q}|^{2}=\Vert P|q\rangle \Vert ^{2}}

La probabilità di accettazione di una parola w = a 1 a 2 a n {\displaystyle w=a_{1}a_{2}\cdots a_{n}} è per definizione il numero Pr ( w ) = P U a n U a n 1 U a 1 s 2 {\displaystyle {\text{Pr}}(w)=\Vert P\,U_{a_{n}}U_{a_{n-1}}\cdots U_{a_{1}}\,s\Vert ^{2}} .

La probabilità di accettazione è quindi la probabilità di osservazione dello stato quantistico ottenuto dopo aver letto la parola w {\displaystyle w} . L'operazione che consiste nella valutazione di questo numero è una misura.

Il linguaggio L {\displaystyle L} accettato o riconosciuto con la probabilità p {\displaystyle p} è l'insieme delle parole w {\displaystyle w} tali che Pr ( w ) > p {\displaystyle {\text{Pr}}(w)>p} oppure Pr ( w ) p {\displaystyle {\text{Pr}}(w)\geq p} (a seconda di quanto rigida si richiede che sia la soglia di accettazione).

Notazione alternativa

Al posto della notazione matriciale, si incontrano anche funzioni di transizione δ : Q × A × Q C {\displaystyle \delta :Q\times A\times Q\to \mathbb {C} } che suonano più familiari nella teoria degli automi. Una matrice U a {\displaystyle U_{a}} è considerata come un'applicazione dell'insieme degli stati verso sé stesso, con ( U a ) k , j = δ ( k , a , j ) {\displaystyle (U_{a})_{k,j}=\delta (k,a,j)} e i coefficienti del vettore t U a {\displaystyle tU_{a}} definiti come:

( t U a ) j = q Q t k δ ( k , a , j ) {\displaystyle (tU_{a})_{j}=\sum _{q\in Q}t_{k}\delta (k,a,j)} .

Infine, si possono usare numeri reali piuttosto che numeri complessi. Le matrici unitarie sono allora delle matrici ortogonali.

Funzione calcolata da un automa quantistico

Sia un automa quantistico A {\displaystyle {\mathcal {A}}} , si indica con f A {\displaystyle f_{\mathcal {A}}} la funzione definita da f A ( w ) = Pr ( w ) {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)={\text{Pr}}(w)} .

Questa funzione associa a ogni parola, la sua probabilità di accettazione. Moore e Crutchfield dimostrano una serie di proprietà di queste funzioni[6]. Innanzitutto, la serie formale in variabili non commutative è una serie formale razionale:

w Σ f A ( w ) {\displaystyle \sum _{w\in \Sigma ^{*}}f_{\mathcal {A}}(w)}

Le seguenti proprietà di chiusura sussistono: siano f {\displaystyle f} e g {\displaystyle g} funzioni calcolate da automi a stati finiti quantistici.

  • (convessità): α f + β g {\displaystyle \alpha f+\beta g} è calcolabile da un automa a stati finiti quantistico se | α | 2 + | β | 2 = 1 {\displaystyle |\alpha |^{2}+|\beta |^{2}=1} .
  • (intersezione): f g {\displaystyle fg} è calcolata da un automa a stati finiti quantistico.
  • (complemento): 1 f {\displaystyle 1-f} è calcolata da un automa a stati finiti quantistico.
  • (morfismo inverso): Se h : Δ Σ {\displaystyle h:\Delta ^{*}\to \Sigma ^{*}} è un morfismo, allora f h {\displaystyle fh} è calcolabile da un automa a stati finiti quantistico.

Pumping Lemma

Esiste anche una sorta di pumping lemma per queste funzioni[7]; per ogni w {\displaystyle w} e ogni ϵ {\displaystyle \epsilon } , esiste un k {\displaystyle k} tale che per ogni u {\displaystyle u} e v {\displaystyle v} , abbiamo f A ( u w k v ) f A ) ( u v ) | < ϵ {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(uw^{k}v)-f_{\mathcal {A)}}(uv)|<\epsilon } .

Problemi di decidibilità

Numerosi risultati riguardano la decidibilità per un automa a stati finiti quantistico A {\displaystyle {\mathcal {A}}} , con la notazione f A ( w ) = Pr ( w ) {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)={\text{Pr}}(w)} e per un valore di soglia λ {\displaystyle \lambda } dato. I seguenti problemi sono indecidibili:

  • Esiste una parola w {\displaystyle w} tale che f A ( w ) λ {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)\geq \lambda }
  • Esiste una parola w {\displaystyle w} tale che f A λ {\displaystyle f_{\mathcal {A}}\leq \lambda }
  • Esiste una parola w {\displaystyle w} tale che f A ( w ) = λ {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)=\lambda }

Sono invece risolvibili i seguenti problemi:

  • Esiste una parola w {\displaystyle w} tale che f A ( w ) > λ {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)>\lambda } ,
  • Esiste una parola w {\displaystyle w} tale che f A ( w ) < λ {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)<\lambda } .

D'altra parte, tutti questi problemi sono indecidibili per gli automi probabilistici.

Linguaggi cut point

Il linguaggio riconosciuto da un automa quantistico con "soglia" λ {\displaystyle \lambda } è dato da uno degli insiemi seguenti (a seconda se si include il valore della soglia o meno):

L = { w f A ( w ) λ } , | L > = { w f A ( w ) > λ } {\displaystyle L_{\geq }=\{w\mid f_{\mathcal {A}}(w)\geq \lambda \},|\quad L_{>}=\{w\mid f_{\mathcal {A}}(w)>\lambda \}} ,

dove f A ( w ) {\displaystyle f_{\mathcal {A}}(w)} è la probabilità di accettazione di w {\displaystyle w} con l'automa A {\displaystyle {\mathcal {A}}} . Il numero λ {\displaystyle \lambda } è chiamato "cut-point".

I problemi di decidere se i linguaggi L {\displaystyle L_{\geq }} e L > {\displaystyle L_{>}} sono vuoti, sono entrambi indecidibili per gli automi probabilistici[8]. D'altra parte, per gli automi quantistici nella definizione di Moore e Crutchfield, il primo problema è indecidibile mentre il secondo è decidibile.

Un cut-point λ {\displaystyle \lambda } si dice "isolato" se esiste un numero ε tale che

| f A ( w ) λ | ϵ {\displaystyle \vert f_{\mathcal {A}}(w)-\lambda \vert \geq \epsilon }

per ogni parola w {\displaystyle w} ; equivale a dire che esiste un intervallo non vuoto intorno a λ {\displaystyle \lambda } che non contiene la probabilità di accettare alcuna parola. Se un cut-point è isolato, i linguaggi L {\displaystyle L_{\geq }} e L > {\displaystyle L_{>}} sono regolari: sono linguaggi a gruppo, ossia dei linguaggi regolari i cui monoidi sintattici sono gruppi finiti[9].

Esempio

Automa a due stati.
Tabella di transizione
1 0
S 1 S 1 S 2
S 2 S 2 S 1

Consideriamo l'automa finito deterministico a due stati in figura. Uno stato quantistico è un vettore scritto in notazione bra-ket:

| q = | α 1 | S 1 + α 2 | S 2 = ( a 1 a 2 ) {\displaystyle |q\rangle =|\alpha _{1}|S_{1}\rangle +\alpha _{2}|S_{2}\rangle ={\begin{pmatrix}a_{1}\\a_{2}\end{pmatrix}}}

dove i numeri complessi α 1 , α 2 {\displaystyle \alpha _{1},\alpha _{2}} sono normalizzati in modo che | α 1 | 2 + | α 2 | 2 = 1 {\displaystyle |\alpha _{1}|^{2}+|\alpha _{2}|^{2}=1} . Le matrici di transizione unitarie possono essere semplicemente scritte nel seguente modo:

U 0 = ( 0 1 1 0 ) {\displaystyle U_{0}={\begin{pmatrix}0&1\\1&0\end{pmatrix}}} e U 1 = ( 1 0 0 1 ) {\displaystyle U_{1}={\begin{pmatrix}1&0\\0&1\end{pmatrix}}} .

Se scegliamo S 1 {\displaystyle S_{1}} come stato finale, come mostrato nel diagramma, la matrice di proiezione è:

P = ( 1 0 0 0 ) {\displaystyle P={\begin{pmatrix}1&0\\0&0\end{pmatrix}}}

Se lo stato iniziale è | S 1 {\displaystyle |S_{1}\rangle } oppure | S 2 {\displaystyle |S_{2}\rangle } , il comportamento dell'automa è esattamente quello della macchina a stati abituale. In particolare, le parole che vengono accettate lo sono con probabilità uno e il linguaggio accettato è dato dall'espressione regolare ( 1 + 01 0 ) {\displaystyle (1+01^{*}0)^{*}} per | S 1 {\displaystyle |S_{1}\rangle } e dall'espressione ( 1 + 01 0 ) 01 {\displaystyle (1+01^{*}0)^{*}01^{*}} per | S 2 {\displaystyle |S_{2}\rangle } . Se d'altra parte α 1 {\displaystyle \alpha _{1}} e α 2 {\displaystyle \alpha _{2}} sono entrambi diversi da zero, il comportamento è più complicato, e se le matrici U 0 {\displaystyle U_{0}} e U 1 {\displaystyle U_{1}} non sono scritte in modo così semplice, i risultati possono ancora essere diversi.

Automa a stati finiti quantistico measure-many

Il modello di un automa quantistico nel senso di Kondacs e Watrous, chiamato automa measure-many o MM, differisce dal modello precedente MO nel senso in cui la misura viene eseguita in ogni fase del calcolo piuttosto che unicamente alla fine della computazione[2]. Secondo la meccanica quantistica, una misura è distruttiva nel senso in cui influenza il valore dell'osservabile misurato; questo principio trova la sua espressione nel formalismo proposto.

Vengono considerati tre tipi di stati che formano una partizione dell'insieme degli stati:

  • gli stati di accettazione Q a {\displaystyle Q_{a}}
  • gli stati di rifiuto, Q r {\displaystyle Q_{r}}
  • gli stati di continuazione, Q c {\displaystyle Q_{c}} , detti anche stati "neutrali".

Lo spazio di Hilbert H n {\displaystyle H_{n}} è scomposto in tre sottospazi ortogonali[10] che corrispondono ai tre tipi di stati Q a , Q r , Q c {\displaystyle Q_{a},Q_{r},Q_{c}} :

H n = H a H r H c {\displaystyle H_{n}=H_{a}\oplus H_{r}\oplus H_{c}}

Per ciascuno dei tre insiemi di stati distinti, esiste una matrice di proiezione associata, indicata con P ( a ) , P ( r ) {\displaystyle P(a),P(r)} e P ( c ) {\displaystyle P(c)} che proietta sul corrispondente sottospazio. Essa è definita da

P ( a ) = q Q a | q q | {\displaystyle P(a)=\sum _{q\in Q_{a}}|q\rangle \langle q|}

e in modo simile per gli altri due insiemi.

Dopo ogni lettura di una lettera della parola in ingresso, l'automa:

  • misura l'ampiezza sugli stati di accettazione,
  • misura l'ampiezza sugli stati di rifiuto,
  • prosegue mantenendo solo le ampiezze degli stati di continuazione.

La misura consiste nel verificare se la proiezione è in un sottospazio appropriato. Dopo la lettura della parola, vi è una probabilità di accettazione e una probabilità di rifiuto[11].

Più precisamente, sia | q {\displaystyle |q\rangle } lo stato attuale dell'automa. Dopo la lettura di una lettera a {\displaystyle a} , lo stato dell'automa è

| t = U a | q {\displaystyle |t\rangle =U_{a}|q\rangle }

Utilizzando gli operatori di proiezione, che indicano in quale dei tre sottospazi H a {\displaystyle H_{a}} , H r {\displaystyle H_{r}} o H c {\displaystyle H_{c}} è l'immagine del vettore. La probabilità per lo spazio degli stati accettanti (e analogamente per gli altri) è data da

Pr a ( t ) = P a | t 2 {\displaystyle \operatorname {Pr} _{a}(t)=\Vert P_{a}|t\rangle \Vert ^{2}}

Per una parola a 1 a 2 a m {\displaystyle a_{1}a_{2}\cdots a_{m}} , l'automa agisce come segue: partendo dal vettore iniziale s {\displaystyle s} , i vettori s U a 1 {\displaystyle sU_{a_{1}}} , s U a 1 U a 2 {\displaystyle sU_{a_{1}}U_{a_{2}}} sono misurati fintanto che il risultato rimane nello spazio di continuazione. Se è nello spazio dell'accettazione, il computo si ferma e la parola è accettata. Se è nello spazio del rifiuto, la parola è respinta. Si presume che la parola sia delimitata da un identificatore di fine stringa, il che implica che l'automa non può rimanere in uno stato neutrale e deve terminare accettando o rifiutando la parola. L'automa può accettare o rifiutare una parola anche senza averla letta nella sua interezza.

Formalmente, l'automa definisce una funzione sulle parole in input che è la probabilità di accettazione di queste ultime:

Pr ( a 1 a 2 a m ) = k = 1 m s ( i = 1 k 1 U ( a i ) P ( c ) ) U ( a k ) P ( a ) 2 {\displaystyle \operatorname {Pr} (a_{1}a_{2}\cdots a_{m})=\sum _{k=1}^{m}\left\Vert s\left(\prod _{i=1}^{k-1}U(a_{i})P(c)\right)U(a_{k})P(a)\right\Vert ^{2}}

Gli stessi problemi posti per il modello MO sono tutti indecidibili per il modello MM.

I linguaggi riconosciuti dagli automi MM con un cut-point isolato sono regolari, ma questi automi non sono abbastanza potenti da riconoscere tutti i linguaggi regolari. Ad esempio, il linguaggio { a , b } a {\displaystyle \{a,b\}^{*}a} non può essere riconosciuto da un automa MM con cut-point isolato.

I linguaggi riconosciuti dagli automi MM non sono chiusi per unione, intersezione o altre normali operazioni booleane.

Note

  1. ^ Kondacs e Watrous, pp. 72-73.
  2. ^ a b c Kondacs e Watrous, pp. 67-69.
  3. ^ a b Moore e Crutchfield, pp. 281-282.
  4. ^ (EN) A. Yakaryilmaz e A.C.C. Say, Unbounded-error quantum computation with small space bounds, in Information and Computation, vol. 209, n. 6, 2011, pp. 873-892.
  5. ^ Kondacs e Watrous, p. 67.
  6. ^ Moore e Crutchfield, pp. 282-284.
  7. ^ Moore e Crutchfield, pp. 284-286.
  8. ^ (EN) Michael O. Rabin, Probabilistic Automata, in Information and Control, vol. 6, settembre 1963, pp. 230-245.
  9. ^ (EN) Alex Brodsky e Nicholas Pippenger, Characterizations of 1-Way Quantum Finite Automata, in SIAM Journal on Computing, vol. 31, n. 5, 2002-01, pp. 1456–1478, DOI:10.1137/S0097539799353443, arXiv:http://xxx.lanl.gov/abs/quant-ph/9903014. URL consultato il 3 settembre 2021.
  10. ^ Kondacs e Watrous, p. 68.
  11. ^ Kondacs e Watrous, pp. 67-68.

Bibliografia

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  • (EN) Harm Derksen, Emmanuel Jeandel e Pascal Koiran, Quantum automata and algebraic groups, in Journal of Symbolic Computation, vol. 39, n. 3-4, marzo 2005, pp. 357–371, DOI:10.1016/j.jsc.2004.11.008. URL consultato il 3 settembre 2021.
  • (EN) Alberto Bertoni, Christian Choffrut e Flavio D’Alessandro, On the decidability of the intersection problem for quantum automata and context-free languages, in International Journal of Foundations of Computer Science, vol. 25, n. 08, dicembre 2014, pp. 1065–1081, DOI:10.1142/S0129054114400243, arXiv:https://arxiv.org/pdf/1303.2967v1.pdf. URL consultato il 3 settembre 2021.
  • (EN) Cristopher Moore e James P. Crutchfield, Quantum automata and quantum grammars, in Theoretical Computer Science, vol. 237, 2000, pp. 275-306.
  • (EN) Attila Kondacs e John Watrous, On the power of quantum finite state automata (PDF), in FOCS’97: Proceedings of the 38th Annual Symposium on Foundations of Computer Science, 1997, pp. 66-75. URL consultato il 3 settembre 2021.
  • (EN) Andris Ambainis, Abuzer Yakaryilmaz, Automata and Quantum Computing (PDF), su arxiv.org, giugno 2015.
  • (EN) Mika Hirvensalo, Quantum Computing – A Review, in Werner Kuich e George Rahonis (a cura di), Algebraic Foundations in Computer Science : Bozapalidis Festschrift, collana Lecture Notes in Computer Science, vol. 7020, Berlino-Heidelberg, Springer-Verlag, 2011, pp. 146–167, DOI:10.1007/978-3-642-24897-9, ISBN 978-3-642-24896-2.
  • (EN) Luigi Accardi, Quantum stochastic processes, in Michiel Hazewinkel (a cura di), Encyclopædia of Mathematics: an updated and annotated translation of the Soviet "Mathematical encyclopaedia", Reidel, 1988-1994, ISBN 1-55608-010-7, OCLC 16755499. URL consultato il 3 settembre 2021.

Voci correlate

Teoria degli automi: linguaggi formali e grammatiche formali
Gerarchia di Chomsky Grammatica formale Linguaggio Automa minimo
Tipo-0 (illimitato) Ricorsivamente enumerabile Macchina di Turing
(illimitato) Ricorsivo Decider
Tipo-1 Dipendente dal contesto Dipendente dal contesto Automa lineare
Tipo-2 Libera dal contesto Libero dal contesto Automa a pila ND
Tipo-3 Regolare Regolare A stati finiti
Ciascuna categoria di linguaggio o grammatica è un sottoinsieme proprio della categoria immediatamente sovrastante.
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